In ufficio mi occupavo del “Image Bank”, ossia, un archivio digitale delle esibizioni passate curate da FPM. È stato molto interessante perché ho avuto la possibilità di partecipare a tutte queste esibizioni che ebbero luogo prima che io nascessi. È stato come visitare tantissimi musei e addentrarsi nella cultura maltese semplicemente stando dietro alla mia scrivania.
Mi sono anche occupata di riorganizzazione di alcuni libri, scaffali, foto ecc. e dopodiché dell’inventario di tutte le cose che avevo riorganizzato per far si che i miei colleghi potessero trovare tutto il necessario una volta tornata in Italia. Devo dire che lavorare at FPM è stato molto soddisfacente, il mio lavoro era utile per i miei colleghi e mi sono sentita perte di un team.Per esempio, nel mio piccolo, ho aiutato nella realizzazione di un documentario di una vecchia esposizione di FPM “costume in Malta” (link: https://www.instagram.com/tv/CRlqNAmjRBk/?utm_medium=copy_link). Ho scannerizzato tutte le vecchie foto dell’esposizione degli archivi che successivamente ho ritrovato nel documentario. Inoltre, ho anche partecipato alle riprese e alle interviste per il documentario nel museo “Casa Rocca Piccola”. Lavorare per FPM è stato un gran piacere. Letizia Lavana
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Quando sono partita non sapevo esattamente cosa aspettarmi, sono sempre stata una persona molto timida e spesso questo ha creato come delle barriere tra me e le altre persone, ma questa volta sarebbe stato peggio perchè già era presente un'altra barriera: la lingua.
All'inizio non è stato facile, ma penso sia stato così per tutti. Dopo qualche settimana invece sentivo di essere a casa. Per tutto il periodo della mobilità ho lavorato presso "Msida Bastion Cemetery and Historic Garden", un fantastico luogo storico a cinque minuti a piedi da La Valletta, capitale dell'isola. Credo fermamente che l'ambiente di lavoro e il team con cui ho avuto l'opportunità di lavorare abbiano contribuito a rendere questa esperienza davvero speciale e indimenticabile. Gaia Longo Il cibo greco è una delle tante cose che mi sono piaciute. Secondo me, i miglior piatti sono: lo yogurt greco con il miele e tanta frutta per colazione; la pita per pranzo (una specie di piadina riempita di carne, verdure e una salsa chiamata tzatziki); un'insalata greca per la cena. Inoltre, era buonissima anche la pannocchia cotta sul fuoco che si trovava facilmente sul lungo mare. Anastasia Uzun
Passata la prima settimana già iniziavo ad abituarmi a quella sorta di nuova vita e mi stavo creando una routine. Alla mattina sveglia presto, autobus, lavoro, pomeriggio spiaggia e alla sera fuori.
La convivenza con le mie coinquiline andava sempre meglio e ,nonostante fossimo già amiche, sicuramente quest'esperienza ci ha aiutato a conoscerci ancora meglio e a fortificare il nostro legame. Inoltre, con il passare dei giorni abbiamo iniziato a conoscere anche persone del posto e abbiamo fatto amicizia con alcuni nostri coetanei, con i quali abbiamo iniziato a vederci sempre più spesso. Stare con loro ci piaceva molto, era un'occasione in più per parlare inglese e migliorarci e inoltre confrontarsi con persone di altre nazionalità è sempre bello e apre la mente. Così i giorni passavano molto più in fretta e il tempo purtroppo è volato. Alla fine andarsene è stato davvero difficile, soprattutto lasciare tutti gli amici che ormai ci eravamo fatti lì, anche se con molti ci sentiamo ancora. Indubbiamente questa è stata una delle esperienze più belle della mia vita, grazie alla quale ho imparato molto e sento di essere maturata. La prima volta che sono stata tanto tempo lontano da casa, il che mi ha permesso di diventare più autonoma e di imparare a gestirmi da sola senza chiedere a nessuno. Mi ha insegnato a buttarmi nelle situazioni, a parlare più tranquillamente anche con chi non conosco e ad essere meno timorosa e adesso sento di essere molto più sicura di me stessa. Non posso che essere grata di aver fatto questo erasmus, del quale mi sono rimasti tanti ricordi bellissimi che porterò sempre nel cuore. Sofia Ronca Alla partenza non sapevo cosa aspettarmi da questa esperienza date la varie difficolta causate sia dal Covid che quelle personali come la timidezza, la paura di parlare una lingua straniera, la convivenza con altre persone e vivere in un altro Paese, ma la regola in queste situazioni è una: buttarsi e vivere tutto al massimo.
All'inizio non è sicuramente facile ambientarsi e adattarsi a un nuovo stile di vita ma a piccoli passi tutto diventa più facile: passa la paura di sbagliare a parlare la lingua o fare errori sul lavoro, si conoscono nuove usanze e culture ma soprattutto persone di ogni nazione del mondo. Per me l'aspetto fondamentale è stato cercare di trovare un equilibrio, ovvero vivere tutto e lasciarsi andare per sconfiggere le proprie barriere, ma anche essere responsabili sul lavoro e a casa in modo da imparare com'è fatto il mondo al di fuori della mia bolla. Monica Latino |
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